L'ars amatoria del pesce palla
Nella scorsa puntata abbiamo visto i maschi di otarda imbottirsi di steroidi e ripulirsi l’intestino per cuccare. Niente a che vedere con gli ultimi romantici, i pesce palla giapponesi.
Per ora sono state scoperte 120 specie di pesce palla, ma tutti quanti hanno più o meno lo stesso tratto distintivo: quando vengono attaccati, si gonfiano (per sembrare più grossi del predatore) e si coprono di spine (per non farsi ciancicare). Ma nessuna specie all’infuori del Torquigener albomaculosus (un pesce palla giapponese) è animata da tanto estro artistico.
Se fosse un essere umano, il Torquigener albomaculosus aderirebbe al Movimento per l’Emancipazione della Poesia, avrebbe un tatuaggio di un dipinto di Van Gogh sulla scapola destra e frequenterebbe un corso di teatro tenuto da un tizio col codino che otto anni fa ha avuto una particina in Un caso di coscienza (e che cerca di rimorchiare le minorenni raccontando aneddoti su Sebastiano Somma). Ascolterebbe Cesare Cremonini e gli ultimi Arctic Monkeys. Fortunatamente, però, stiamo parlando di un pesce.

(© Kimiaki Ito)
Il pesce palla giapponese crea dei bellissimi disegni geometrici sul fondale marino per affascinare le femmine di passaggio. Questi disegni non sono opere d’arte fini a sé stesse, ma dei nidi d’amore. Ad attrarre le femmine è la scelta del pattern e la maestria con cui il maschio distribuisce ogni granello di sabbia. Al centro della struttura circolare il maschio dispone delle conchiglie decorative e dei granelli messi un po’ a caso rispetto al disegno radiale. È lì che avverrà il supremo atto.
Fatto curioso per gli scienziati è che questo piccolo artista non usi mai lo stesso nido. Beh, direte, almeno ci si mette d’impegno e non ricicla la stessa pick up line per ogni femmina facilmente affascinabile da pesciolini eternamente adolescenti, con la barba sfatta e le pinne sporche di tempera.
Ma questo varrebbe per gli umani, che di tempo a disposizione ne hanno a bizzeffe. Per un animale non ha senso, se contiamo che per costruire il nido-opera d’arte gli ci vogliono tra i 7 e i 9 giorni, che deve guardarsi dai predatori mentre lo costruisce e che il nido stesso è quanto di più precario, dato che le correnti possono distruggerlo in qualsiasi momento. Res est solliciti plena timoris amor.

Perché la gente insista a voler essere artista senza averne le doti è semplice da capire. Nessuno potrebbe far finta di essere un cantante lirico se è innegabilmente stonato, o un direttore d’orchestra se non dirige mai nulla, ma nemmeno un cardiochirurgo, o un ingegnere nucleare, o un centravanti di qualche squadra di serie A. Queste sono professioni nelle quali si capisce subito se uno è una bufala oppure no. Dal punto di vista della simulazione, la professione più vicina a quella dell’artista è quella dell’architetto. Basta aiutare un amico a ristrutturare un bagno et voilà: si può far correre la voce di essere un architetto. Per l’artista è molto più facile perché l’arte può essere tutto e nulla. Se poi si trova un certo numero di amici e conoscenti disposti a sostenere il proprio nulla, il gioco è fatto. Se si è economicamente indipendenti, far finta di essere artisti è ancora più semplice.
Francesco Bonami - Si crede Picasso