Cah-cah-cah, sono il gabbiano
I veri signori dei Fori Imperiali non sono i Cesari, ma i gabbiani. Nidificano ovunque con facilità, fanno un casino assurdo e sono zozzi (tipo la coinquilina dai facili costumi, che non pulisce il water quando ha le cose sue, che ascolta raggaeton a palla e che 4 giorni su 7 torna a casa all’alba stridendo e garrendo).
I gabbiani sono molto aggressivi: con i piccoli nelle vicinanze, le mamme diventano dei dilofosauri parecchio protettivi. In certi periodi i responsabili della sicurezza dei Fori Imperiali hanno dovuto addirittura chiudere le aree archeologiche, proprio perché era pericoloso per i turisti aggirarsi nello stesso territorio delle mamme gabbiane con prole. Puntano alla tua fronte con una precisione chirurgica e ti devono fare fuori, punto.

In realtà i gabbiani non ce l’hanno tanto con noi umani. Le aree archeologiche romane (come quella del vicino Largo di Torre Argentina) ospitano delle colonie feline con le proprie gattare, che non possono essere sfrattate in virtù del regolamento comunale di Roma sulla tutela degli animali, approvato nel 2005. Quando le gattare lasciano le ciotole piene di cibo per i loro gatti obesi, anche i gabbiani favoriscono, ma fanno un po’ ndo cojo, cojo. Infatti spesso e volentieri, quando è fame nera, puntano alle teste dei passanti perché sono convinti che siano le ciotole dei gatti da cui “rubano” il cibo. Creatura straordinaria, il gabbiano reale.
Altra piccola chicca con cui stupire i vostri commensali a Pasqua: il becco del gabbiano è dotato di una macchietta rossa, che, quando sono stata derubata da uno di essi della mia frittata di pasta al sugo, credevo fosse residuo della suddetta frittata. E invece no: è una macchiolina detta “stimolo chiave”, perché su quella i piccolini picchiettano per avere del cibo dalla mamma. Su un becco giallo normale, no. Creature straordinarie.

I will eat everything you love.
La notte lava la mente.
Poco dopo si è qui come sai bene,
file d’anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.