Archei, più forti di McConaughey
Vi ho promesso degli schifosetti invisibili all’occhio umano e mo ve li sottopongo.
Please, welcome gli archei.




È una coincidenza questa somiglianza? Dall’alto della mia competenza in materia e dal mio stato di coscienza alterato dovuto a un edema alla ghiandola salivare destra, dico che no, non è un caso. D’altronde molto presto gli aperitivi economici diventeranno la nostra principale fonte di sostentamento.
Cosa/chi sono gli archei in breve: sono degli organismi unicellulari alla base dell’albero filogenetico universale; appartengono al regno dei procarioti, cioè non hanno un nucleo protetto da membrana. Ecco uno schemino semplice gentilmente offerto da Wikipedia:

Gli archei sono alla base della vita e alla vita sono McConaugheyanamente attaccati.
La seconda e la terza immagine che vi avevo piazzato su rappresentano dei tipi di archei, Methanosarcina e Methanobacterium. Questi poveretti sono stati lanciati nello spazio in una missione decennale che si chiama BIOMEX (sì, in capslock: sono un po’ nervosetti quelli della NASA - ecco vedete -, però un po’ hanno ragione). Con BIOMEX, che sta per BIOlogy and Mars EXperiment, si vuole capire in che modo e per quanto tempo degli organismi terrestri possono sopravvivere alle proibitive condizioni dello spazio.
Insieme ad altri eroici schifosetti, come batteri, alghe, funghi e licheni, gli archei sono stati a contatto per oltre 500 giorni con il vuoto cosmico, ma hanno risposto parecchio bene (per la Buellia frigida, invece, Miss Italia finisce qui), al punto che potrebbero essere trasferiti su Marte.
Questo tipo di ricerca può fornire una visione generale della nostra stessa esistenza e della nostra evoluzione, attraverso l’esame delle possibilità di come la vita può aver preso inizio agli albori della Terra, quando l’atmosfera era molto diversa da quella di adesso, con temperature più estreme, un’atmosfera priva di ossigeno, insieme a livelli di radiazioni solari ultraviolette circa 1000 volte più forti di quelle odierne. (Fonte: nasa.gov)

Siamo arrivati solo al terzo episodio di Altre Forme Di Vita, ma già così mi pare ovvio quanto sia cruciale studiare gli Altri, schifosetti o meno, per capire come fanno a resistere (a maggior ragione se poi noi, al minimo sbalzo di temperatura o con il collutorio sbagliato, siamo knocked out). Quantomeno prenderli in considerazione e cercare di non distruggere anche loro e la testimonianza che portano. Sepoffà?
Anticamente, nelle nebbie dei tempi più remoti, nei grandi giorni gloriosi dell'ex Impero Galattico, la vita era selvaggia, aspra e forte, e in gran parte esentasse. Possenti astronavi navigavano tra soli esotici, cercando avventura e fortuna tra i più lontani meandri dello spazio galattico. In quei tempi gloriosi gli animi erano coraggiosi, le poste erano alte, gli uomini erano veri uomini, le donne erano vere donne, e le piccole creature pelose di Alpha Centauri erano vere piccole creature pelose di Alpha Centauri. E tutti osavano affrontare ignoti orrori, compiere grandiose imprese, azzardare a testa alta anacoluti che nessuno aveva mai azzardato prima: fu così che fu forgiato l'Impero.
Douglas Adams - Guida galattica per gli autostoppisti