Aiutiamo le farfalle a casa loro 🦋
Avete presente quella compagna di classe del liceo, amica di tutti (e di nessuno), con i capelli lisci e lucenti (anche d’estate, senza la piastra), che non sapeva nemmeno fare la O con il bicchiere, ma che con un “povera me” riusciva a sfangarla sempre? Bella razza. E bella famiglia, quella dei Licenidi.

Ve ne sarete accorti nel corso della vostra vita scolastica e lavorativa: i Licenidi sono tantissimi, sono la famiglia di Lepidotteri diurni più numerosa. Una loro adorabile peculiarità è la mirmecofilia, *Aria sulla quarta corda* termine che indica un’interazione di tipo simbiotico, commensalistico o parassitario con una comunità di formiche.
Quando sono degli schifidol a metà del loro ciclo vitale (larva-bruco-crisalide-farfalla), si spostano dalla pianta nutrice al suolo plebeo; qui secernono una sostanza zuccherina per attirare le formiche vicine. Si fanno letteralmente caricare da queste tossiche, che la portano nel loro formicaio, al sicuro da pericoli e in mezzo ai loro stessi figli. Una volta accolti in casa, gli schifidol continuano a produrre queste secrezioni, di cui le formiche si ingozzano, e nel frattempo ammazzano una parte delle larve dei loro gentili amici. Reazioni: nessuna.
Probabilmente la filosofia di vita delle formiche rispecchia quella della Sora Lella,

probabilmente sono così strafatte di zucchero da non accorgersi della differenza, seppur minima, fra le loro larve e l’ospite. Contente loro. Così il bruco viene accudito fino al giungere della primavera, quando diventa crisalide.
Dopo circa tre settimane, la farfalla esce dal bozzolo, ancora senza ali, e si fa strada verso l’uscita del formicaio – quatta quatta perché a questo punto le formiche vedrebbero finalmente che non è una di loro.

Che dite, siete una licena o una falena, che si fa veramente il mazzo a filare la seta? Ma ovviamente ci sentiamo tutti una falena, no? O al massimo ci sentiamo formiche (Myrmica sabuleti o Myrmica scabrinodis): accogliamo in casa, nostro malgrado - perché così hanno voluto i capi del formicaio -, questa farfalla cosmopolita, che si fa beffe del nostro buoncuore. Però quanto ci piace ingozzarci di tutto ciò che secernono questi esserini: la possibilità di sentirci dei bravi e giusti lavoratori del suolo italico.
Boh, facciamo pure le nostre analogie, tanto la chiave di lettura di questo periodo folle non ce la potranno mica dare loro, no?
L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.Pavel Friedman
Per spolliciare le Altre Forme di Vita più instagrammabili, clicca questo pregiato pulsante:
Se sei nuovo/a/_ da queste parti, ma ti sei trovato/a/_ bene, puoi iscriverti alla newsletter che hai appena letto inserendo il tuo indirizzo email: